Pagina (1054/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      – Son contento di saperlo – dissi.
      – Lo so, lo so – disse Omer. – E Joram e Minnie sono sempre come due sposi freschi. Che si può desiderare di più? Che importano le gambe?
      Il suo supremo disprezzo per le gambe mi parve la cosa più comica alla quale avessi mai assistito.
      – E da che io mi son messo a leggere, voi vi siete messo a scrivere, eh? – disse Omer, dandomi uno sguardo d’ammirazione. – Che bel lavoro che avete fatto! Quanta espressione! L’ho letto parola per parola. E quanto a sentir sonno, neanche per l’idea.
      Io espressi ridendo la mia soddisfazione, ma confesso che quella sua associazione di idee non mi parve senza significato.
      – Vi do la mia parola d’onore, signore – disse Omer – che quando metto quel libro sul tavolo e lo guardo dal di fuori, compatto in tre separati e grossi volumi... uno, due, tre; mi sento come Pulcinella, orgoglioso di pensare che una volta ebbi l’onore d’essere in relazione con la vostra famiglia. Ohimè, è già gran tempo! Fu a Blunderstone. Si trattava di un bimbo sepolto con la mamma. E neppur voi eravate molto grande. Ohimè, ohimè!
      Cambiai discorsi, col parlare dell’ Emilia. Dopo avergli detto che non avevo dimenticato con quanta bontà egli l’avesse sempre trattata, gli raccontai brevemente come suo zio, con l’aiuto di Marta, l’avesse ritrovata; e il povero vecchio se ne compiacque. M’ascoltò con la massima attenzione, e poi mi disse commosso:
      – Ne sono lieto, signore. È che si può fare ora per quella povera Marta?
      – Voi toccate un argomento al quale sto pensando da ieri – dissi – ma sul quale non posso darvi ancora nessuna informazione, signor Omer.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Omer E Joram Minnie Omer Omer Pulcinella Blunderstone Emilia Marta Marta Omer