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      Così cerchiamo di far sempre il bene, e d’esser felici. Proprio!
      Scosse le ceneri della pipa, e la mise accanto allo schienale della poltrona, su una mensoletta fatta espressamente per quello scopo.
      – Il cugino di Emilia, per esempio, quello che doveva sposarla – disse Omer, sfregandosi lentamente le mani – uno dei più bei giovanotti di Yarmouth, viene a trattenersi con me la sera o a leggermi qualche cosa per più di un’ora di seguito. Questo io lo direi far del bene. Tutta la sua vita è una vita di bontà.
      – Ora andrò a trovarlo – dissi.
      – Sì? – disse Omer. – Ditegli che io sto bene e che gli mando i miei saluti. Minnie e Joram sono andati al ballo. Sarebbero stati, come me, felici di vedervi, se fossero stati in casa. Minnie non voleva assolutamente uscire, sapete, «a motivo di papà», com’essa dice. Così stasera ho detto che se non fosse andata al ballo, io mi sarei messo a letto alle sei. In conseguenza di che – Omer scosse se stesso e la poltrona con l’accesso d’ilarità suscitatogli da quell’espediente – lei e Joram sono al ballo.
      Gli strinsi la mano, e gli augurai la buona notte.
      – Un momento, signore – disse Omer. – Se ve n’andaste senza vedere il mio piccolo elefante, perdereste uno degli spettacoli più straordinari. Non avete visto mai una cosa simile! Minnie!
      Rispose una piccola vocetta musicale, dall’alto della scala: «Vengo, nonno!» e una graziosa ragazzina con una capigliatura lunga, riccia e bionda, scese di corsa nella bottega.
      – Ecco il mio piccolo elefante, signore – disse Omer, carezzando la fanciulla.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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