Pagina (1125/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Ecco il giorno ed ecco l’ora.
      La battaglia esita ancora.
      Edoardo vien quaggiù
      Con catene e schiavitù.
     
      Consegnato alle quali e a una rapida fine (perché le intime angosce non sono sopportabili oltre un certo grado, e quel grado io l’ho raggiunto), la mia carriera è chiusa. Che Dio vi benedica! Qualche futuro pellegrino, visitando per motivi di curiosità, non disgiunti, lasciatemi sperare, da simpatia, il luogo ove si rinchiudono i debitori in questa città, rifletterà a lungo, leggendo inciso sul muro con un chiodo rugginoso
      «Queste oscure iniziali «W. M.».
      «P. S. Riapro la presente per dirvi che il nostro comune amico, signor Tommaso Traddles (che non ancora ci ha lasciati ed è in ottima salute) ha pagato i debiti e le spese, nel nobile nome della signora Trotwood: e che io e la mia famiglia siamo al colmo della terrestre felicità».
      LV.
      LA TEMPESTAM’avvicino ora nella mia storia a un fatto così grave, così terribile, così legato per una infinita varietà di rapporti a quanto lo ha preceduto in queste pagine, che fin dal principio della mia narrazione l’ho visto, man mano che andavo innanzi, diventar sempre più grande, come una torre in una pianura, e proiettar la sua lunga ombra perfino sugli episodi dei miei giorni d’infanzia.
      Ancora dopo molti anni dall’avvenimento, me lo son sognato spesso. Ne avevo avuto una così forte impressione, che la sua violenza sembrava infuriasse ancora nella mia tranquilla stanza, nella notte cheta. A volte, anche ora, benché a rari e irregolari intervalli, lo sogno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Dio S. Riapro Tommaso Traddles Trotwood