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      L’apersi, e lessi ciò che segue:
      «Ho avuto la vostra lettera. Oh, che posso scrivere per ringraziarvi della vostra santa bontà per me? Mi son messa le vostre parole sul cuore. Ve le terrò fino al giorno della morte. Esse sono spine acute, ma sono anche un balsamo. Ho pregato su di esse, oh, ho pregato tanto! Quando penso ciò che siete e ciò che è lo zio, penso che cosa deve essere il Signore, e posso invocarlo.
      «Addio per sempre. Oh, caro, mio caro amico, addio per sempre in questo mondo! In un altro mondo, se sarò perdonata, potrò destarmi bambina e venire a voi. Mille benedizioni e grazie. Addio per sempre».
      Questa, macchiata dalle lagrime, era la lettera.
      – Posso dirle che voi non vedete alcun male a curarne la spedizione, signorino Davy? – disse il pescatore Peggotty, quando l’ebbi letta.
      – Senza dubbio – dissi – ma pensavo...
      – Che cosa, signorino Davy?
      – Pensavo – dissi – d’andare a Yarmouth un’altra volta. Ve tempo, e a sufficienza, d’andare e tornare prima che salpi il bastimento. La mia mente non fa che pensare a lui, così solo; mettergli in mano questa lettera di lei, ora, e mettervi in grado di dire a Emilia, al momento della partenza, che egli l’ha ricevuta, sarà un conforto per tutti e due. Accettai solennemente l’incarico di quel povero giovane e farò del mio meglio per eseguirlo a dovere. Il viaggio per me non è un fastidio. Mi sento irrequieto, e muovermi mi farà bene. Parto stasera stessa.
      Benché egli si sforzasse in tutti i modi di dissuadermene, vedevo che in fondo era del mio parere; e questo, se mai, m’avrebbe riconfermato nel mio proposito.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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