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      Di nuovo la nave sparì, e di nuovo ritornò a sommo. Due degli uomini erano scomparsi. L’angoscia sulla spiaggia aumentava. I marinai gemevano e giungevano le mani; le donne strillavano e si voltavano dall’altra parte. Alcuni correvano su e giù lungo la spiaggia, invocando aiuto, dove nessun aiuto era possibile. Anch’io scongiurai ardentemente un gruppo di marinai che conoscevo, di non lasciar perire quelle due creature innanzi ai nostri.
      Essi mi spiegarono, come poterono – non so come fossi capace di comprendere quel poco che era possibile udire – che un’ora prima s’era tentato, ma inutilmente, di gettare in mare un canotto di salvataggio; e che siccome nessuno aveva il coraggio disperato di gettarsi in acqua con una corda e stabilire una comunicazione con la sponda, non v’era null’altro da fare. A un tratto sulla spiaggia un nuovo evento agitò la folla che s’apriva per lasciar passare qualcuno: era Cam che arrivava in prima fila di corsa.
      Gli andai incontro – per ripetergli, se non erro, la mia invocazione di aiuto. Ma benché fossi tanto agitato e sconvolto da quello spettacolo così tremendo e nuovo, la risoluzione che gli lessi in viso e lo sguardo che volse al mare – lo stesso sguardo che gli avevo visto il giorno della fuga d’Emilia – mi ridestarono al senti mento del suo pericolo. Allora m’aggrappai a lui con ambe le braccia; e scongiurai i marinai coi quali avevo parlato, di non dargli retta, di non lasciarlo uccidere, di trattenerlo a terra.
      Un nuovo urlo si levò dalla folla.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Cam Emilia