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      Dalla sommaria occhiata che potei dare a quel campo di cifre posso dire che non avevo mai visto operazioni simili in un’aritmetica per le scuole. Mi parve che fossero calcoli d’interesse composto su ciò che egli chiamava «il capitale di quarantuna sterlina, dieci scellini e undici pence e mezzo», a diverse scadenze. Dopo averli diligentemente considerati e aver fatto una stima accurata dei suoi mezzi, egli aveva deliberato di scegliere l’operazione che rappresentava la somma dell’interesse composto da quel giorno a tre anni, tre mesi e quattordici giorni. Perciò egli aveva tratto, scritto e firmato con grande chiarezza un’obbligazione rimessa lì su due piedi a Traddles, e che rappresentava il pieno saldo del suo debito (come da uomo a uomo), con molti ringraziamenti.
      – E pure ho il presentimento – disse la signora Micawber, scotendo pensosamente il capo – che prima della nostra partenza, la mia famiglia si farà vedere a bordo.
      Evidentemente anche il signor Micawber aveva il suo presentimento sullo stesso soggetto, ma preferì di annegarlo nella ciotola di stagno e ingoiarlo.
      – Se avrete l’occasione di scrivere in patria, durante il viaggio – disse mia zia – non dovrete dimenticare di mandarci vostre notizie.
      – Mia cara signora Trotwood – ella rispose – io sarò più che felice di pensare che qualcuno attende nostre notizie. Non mancherò di scrivere. E al signor Copperfield, nostro antico e affezionato amico, non dispiacerà di ricevere, spero, di tanto in tanto, le novelle di una che lo conosce fin da quando i gemelli erano in fasce.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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