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      Al numero due.
      – Credo che il signor Traddles si stia facendo un bel nome fra gli avvocati – dissi.
      – Forse, signore, è probabile – rispose il cameriere – ma non ne so nulla.
      Il cameriere, che era di mezza età e magro, si volse a un cameriere di maggiore autorità... un vecchio robusto e massiccio, con doppio mento, calzoni neri corti e calze nere, che sbucò da un cantuccio come da una panca di sagrestia, all’estremità della sala, dov’egli teneva compagnia alla cassetta degl’introiti, a una Guida, a una lista degli avvocati, e ad altri libri e carte.
      – Il signor Traddles – disse il cameriere magro. – Numero due, nella Corte.
      Il cameriere massiccio lo mandò via con un gesto, e si volse gravemente a me.
      – Chiedevo – io dissi – se il signor Traddles, del numero due della Corte, non si stia facendo un bel nome fra gli avvocati.
      – Mai sentito nominare – disse il cameriere, con una voce straordinariamente rauca.
      Mi sentii molto umiliato per Traddles.
      – Certo, sarà un giovane – disse il cameriere fissandomi gli occhi addosso, severamente. – Da quanto tempo esercita?
      – Da non più di tre anni – dissi.
      Il cameriere, che aveva vissuto per una quarantina di anni sulla panca di sagrestia, non poteva occuparsi d’un soggetto di così lieve importanza, e mi chiese ciò che desideravo per il desinare.
      Compresi d’essere di nuovo in Inghilterra, e veramente me ne dispiacque per Traddles. Pareva che per lui non ci fosse alcuna speranza. Ordinai timidamente un po’ di pesce e una bistecca, e meditando sull’oscurità del mio amico, continuai a scaldarmi al fuoco.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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