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      Te ne ha parlato mai nessuno?
      – No, signore.
      – Non v’è molto da dire... benché ella abbia avuto molto a soffrire. Mi sposò contro la volontà di suo padre, ed egli la rinnegò. Ella lo pregò di perdonarle, prima della nascita di Agnese. Era uomo durissimo, e la madre gli era morta da parecchio tempo. Egli respinse la preghiera, e le infranse il cuore.
      Agnese s’appoggiò sulla spalla di suo padre, e gli mise il braccio intorno al collo.
      – Era un cuore affettuoso e dolce – continuò – ed egli glielo infranse. Io sapevo quanto era delicato. Nessuno meglio di me poteva saperlo. Ella m’amava molto, ma non fu mai felice. Soffriva sempre in segreto di quella ripulsa dolorosa, e, delicata com’era e depressa al tempo dell’ultima ripulsa... perché ne aveva sperimentate parecchie... andò languendo pian piano, e morì. Mi lasciò Agnese, nata da quindici giorni, e i capelli grigi che mi vedesti la prima volta che entrasti qui.
      Egli baciò Agnese sulla guancia.
      – Il mio amore per la mia cara bambina era un amore morboso, perché io avevo malata tutta l’anima. Ma non voglio dir nulla di questo. Non parlo di me, Trotwood, ma di sua madre e di lei. Se ti do qualche cenno di ciò che sono, o di ciò che sono stato, tu saprai ricostruir tutto, lo so. È inutile dirti ciò che sia Agnese. Nel suo carattere ho letto sempre qualche cosa della storia della sua povera madre, e così io te lo dico, stasera che siamo tutti e tre insieme di nuovo, dopo tanti mutamenti. T’ho detto tutto.
      Egli abbassò la testa, e l’angelico viso di lei e il dovere filiale da lei compiuto assunsero ai miei occhi un più patetico significato.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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