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      A quel signore può esser di giovamento sapere che attribuisco le mie trascorse follie esclusivamente al fatto d’aver vissuto una vita spensierata al servizio dei giovani; e d’essermi lasciato trascinare da loro a debolezze alle quali non avevo la forza di resistere. Spero che quel signore starà più attento, ora, e non si offenderà della libertà che mi son preso. L’ho fatto per suo bene. Le follie del mio passato le so; spero ch’egli possa pentirsi di tutte le malvagità e i peccati ai quali ha preso parte.
      Osservai che parecchi della compagnia visitatrice si coprivano gli occhi con una mano, come se fossero entrati in chiesa.
      – Questi sentimenti vi onorano, Ventotto – rispose il signore che l’aveva interrogato. – Da voi non m’aspettavo nulla di diverso. V’è qualche altra cosa?
      – Signore – rispose Littimer, sollevando leggermente le ciglia, ma non gli occhi – v’era una giovinetta che si era data a una vita dissoluta. Io mi sforzai di salvarla, ma non ci riuscii. Prego quel signore, se gli sarà possibile, d’informare in mio nome quella giovane che le perdono la sua cattiva condotta verso di me; e che la invito a pentirsi... se egli vorrà farmi questa cortesia.
      – Non ho alcun dubbio, Ventotto – rispose il signore che lo interrogava – che il signore al quale alludete sia perfettamente persuaso... come siamo tutti... di ciò che avete così opportunamente detto. Non vi tratteniamo più.
      – Grazie, signore – disse Littimer. – Signori, vi do il buon giorno, e vi auguro che anche voi e le vostre famiglie vediate i vostri peccati per emendarvene!


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Ventotto Littimer Ventotto Littimer