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      Un po’ con l’allevamento delle pecore, un po’ con la coltivazione dei terreni, un po’ con una cosa e un po’ con l’altra, siamo arrivati a star che meglio non potevamo sperare. Il Signore ci ha voluto aiutare – disse il pescatore Peggotty, chinando rispettosamente la testa – e siamo andati innanzi un po’ per volta. Se non era ieri, era oggi:se non oggi, domani.
      – E l’Emilia? – domandammo insieme io ed Agnese.
      – L’Emilia, signora, non ha mai, dopo la nostra partenza, pregato la sera, prima d’andarsi a coricare, laggiù, nei boschi dove ci eravamo stabiliti, dall’altro lato del sole, che io non l’abbia sentita mormorare il vostro nome. Quando, la sera della nostra partenza, voi la lasciaste e noi perdemmo di vista il signorino Davy, ella appariva molto abbattuta, e son certo che se avesse saputo allora ciò che il signorino Davy ebbe la prudenza e la bontà di nasconderci, non avrebbe potuto resistere al colpo. Ma a bordo v’era della povera gente malata, ed essa s’improvvisò infermiera; v’erano dei bambini, e si mise ad accudirli con tanto amore. Tutto questo la distrasse; e facendo del bene agli altri, ella ne fece a se stessa.
      – E la disgrazia, quando la seppe? – domandai.
      – Gliela nascosi, dopo che l’avevo saputa io, per circa un anno – disse il pescatore Peggotty. – Abitavamo in un luogo solitario, ma fra i più begli alberi del mondo e fra le rose che s’arrampicavano fin sul tetto. Arrivò un giorno, mentre lavoravo dei campi, un viaggiatore del Norfolk o del Suffolk, non ricordo bene, e naturalmente lo facemmo entrare in casa per dargli da bere e da mangiare, come si fa tutti nella colonia.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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