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      .. è paziente. Tutti le vogliono bene, giovani e vecchi. Tutti quelli che soffrono, la invocano. Questa è l’Emilia.
      Si passò le mani sugli occhi, e con un sospiro represso levò il viso dal fuoco.
      – E Marta è ancora con voi? – chiesi.
      – Marta – egli rispose – si maritò, signorino Davy, due anni dopo. Un giovane, un giovane lavoratore, che passava innanzi a casa nostra andando al mercato con le derrate del padrone... un viaggio di cinquecento miglia, andata e ritorno... le offerse di sposarla (le mogli sono molto rare in quei posti), e poi di stabilirsi per conto loro nelle foreste. Ella mi chiese di raccontare la sua storia a quel giovane. Io gliela raccontai. Si sposarono e abitano quattrocento miglia lontano da qualunque voce umana. Non sentono che la loro e quella degli uccelli.
      – E la signora Gummidge? – domandai. Toccai un tasto piacevole, perché il pescatore Peggotty scoppiò in una risata, e si stropicciò le mani lungo le gambe, come era solito fare quando era di buon umore nell’antica casa-battello.
      – Lo credereste? – egli disse. – Ebbene, ci fu uno che le fece la proposta di sposarla. Se un cuoco di bastimento, che s’è fatto coltivatore laggiù, non ha domandato la mano della signora Gummidge, signorino Davy, voglio essere impiccato... e non posso dire più di così.
      Non avevo mai visto Agnese ridere tanto! La improvvisa ilarità del pescatore Peggotty l’aveva tanto divertita ch’ella non poteva tenersi; e più essa rideva, e più mi faceva ridere, e maggiore diventava l’ilarità del pescatore Peggotty, e più egli s’affannava a stropicciarsi le gambe.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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