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      Et è istrumento perfetto, e di tanta difficultà; che, come che è barbieri & ogni hominicciuolo vi soni, pochi son quelli, che vi riescano compiutamente. Vi fu gia eccellentissimo Francesco cognominato dal Liuto, Maestro Marco dall'Aquila, & hoggi di il Tromoncino. Ma che cosa è in fine la Musica altro, che vanità.
     
      MAR. Come è vanità? Non si adopera nelle cose sante? Non fu David citaredo? Non si legge ne i salmi. Che si lodi il Signore sonando cosi fatti istrumenti, cioè da corda, con gli organi, e con simili?
     
      COR. Egli è vero. Ma altra cosa è, quando si adopera la Musica nelle lodi del Signore, altra, quando nelle delitie e vanità del mondo: che, si come quella innalza le menti, e gl'intelletti a DIO: cosi quest'altra gli tien depressi e fitti in questi fanghi terreni. Percioche la Musica in se è cosa buona; e'l continovo movimento de' cieli altro non è, che Musica & harmonia: ma la maggior parte di coloro, che l'adoperano per dilettare, sono (come dice Aristotele) huomini vani: ne possono essere altrimenti, praticando solamente, come essi fanno, tra danze e conviti, e con huomini, che solamente attendono a cosi fatti vani e a biasimevoli diletti. Direi adunque, che cotale instrumento dinotasse vanità.
     
      MAR. Chi mandasse a donare una Lira?
     
      COR. La Lira fu instrumento d'Orfeo: col suon della quale dicono i Poeti, che esso tirava le fiere, gli arbori, e i sassi vaghissimi di ascoltarlo. Il che altro non dinota, se non che i Poeti, o gli huomini saggi con i loro buoni e dilettevoli ammaestramenti trassero a poco a poco quegli huomini, che per le selve e per li boschi rozzamente vivevano, alla civile & accostumata vita.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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