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      Non Voi - amico LOMBROSO - ma molti di quelli egregi signori che scrìvon giornali, cioè libri che hanno la vita di un giorno, e parecchi di quelli, non meno egregi, che scrìvono libri senza affatto vita perchè senza lettori; soffermàndosi al tìtolo del presente studio, lo incolperanno d'inattualità, e però, senza lèggerlo manco, lo porranno tra i letti ossìa tra i dimenticati.
      Che dirò loro? Un anno e mezzo aspettài che qualcuno, per dir così, del mestiere, compiesse il lavoro che io ho quì, solo da orecchiante, adombrato. Ma inutilmente aspettài. Pochi avvertìrono, nessuno dei crìtici nostri si occupò del contingente enorme che il cretinismo e la pazzìa, hanno dato al primo concorso pel monumento al defunto Sovrano.
      Io non appresi mai scienze mèdiche, e nemmeno insegnài, in alcuna Università, nè a disposizione de' mièi sperimenti psichiàtrici tengo alcun manicomio, salvo quello dei libri. A rigore quindi di etichetta professionale, non apparterrèbbesi a mè di parlare di cosa che esce dalla giurisdizione della letteratura - ma che farò se tàciono tutti? Nel silenzio de' dotti è permesso, presumo, ad un ignorante di avventurar la sua voce, il suo aqua alle corde.
      In ogni modo, se questo sunto o commento foss'anche spoglio di ogni valore scientìfico, avrà sempre quello di attirare lo sguardo degli uòmini competenti sovra un soggetto, per loro e per lo studio dell'umano cervello, interessantissimo. Non c'è libro, per quanto imperfetto, dal quale non si possa cavar qualche bene. Perfino dalle patate l'industria sa stillare lo spìrito.


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I mattoidi
Al primo concorso pel monumento in Roma a Vittorio Emanuele II
di Carlo Dossi (alias Carlo Alberto Pisani Dossi)
Sommaruga Roma
1884, pagine 47

   





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