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      .. muta.
      La fantasìa di Alberto infiammò. Quella mattina, ei passò oltre il liceo, tenne verso una porta della città, passò quella pure, e giù, a traverso i campi ed i prati. Il cuore or gli piangeva alla tristìssima fine della tradita; ora, avvampava geloso: oh! egli non sarebbe stato sleale. E, d'ago in filo, sempre più conflagrando il cervello, si persuase che lei, la suicìda, avèagli dato, per quella stessa mattina, un convegno.
      Dove?
      Ei rasentava un gruppo di piante incespugliate al pedale. Mò perchè non là dietro?
      Le piante, sotto l'onda del vento, chìnan le cime come a rispòndere "sì"; Alberto, agitato, s'apre la via in mezzo al cespuglio, guarda...
      Paciaciòc salta in àqua un ranocchio.
      E fu in questo giro di tempo, che l'odore di cera attraversò casa Pisani. La nonna s'era partita dal seggiolone... Dio! un seggiolone senza nonna... Ma del resto tal morte, non era stata improvvisa (e quale altra è?); tre quarti bene dell'ànima di donna Giacinta s'èran da un pezzo, a poco a poco, annientati; l'ùltimo, dissolvèvasi ora con le molècole stanche, tra la pelle incallita.
      Un dì, si mormorò ad Alberto:
      Pòvero signorino!
      Che ho a dirvi? Alberto non tremò, nè impallidì; e nemmeno pianse, quantùnque ereditasse.
      Senonchè, morta ufficialmente la nonna, egli sentissi solo, più solo della tabacchiera di lei. Di amici, sapete già, non ne avea: due o tre conoscenze e alcuni mezzi-parenti facèvangli l'istesso effetto del sarto e del calzolajo. E non avea pure fastidi; ei, maggiorenne; il suo patrimonio, se in miniatura, lìmpido come un cristallo; per soprassello, una perla di servitore; uno, la cui fedeltà, intelligenza, ordinatezza, scampàvalo da quella fitta di guaj casalinghi, la quale vince gli eroi.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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