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      Nessuna. Pōvera nonna! se non di quelle, che stųzzicano mille appetiti nei nipotini per il gran gusto di soddisfarli, pur si trattasse di una fetta di luna, donna Giacinta ponea in lui molto amore, nč mai s'era spassata di castigarlo, di costumarlo, come dicea una mia serva brianzola.
      E il bello č, che invece avea pianto a salatėssime goccie la stiratora. Bene, che signėfica ciō? Che noi ci lasciamo pigliare, spesso dall'apparenza, rado dalla sostanza; che un brodo in tazza di porcellana ci par migliore di uno in iscudella di terra. Dite, avrebb'egli pianto lo stesso, se la infelice si fosse, ignobilmente, appiccata?
      In conclusione, ei si sentiva malvagio; se non ancora assassino nč ladro, in grazia delle circostanze solo.
      Nulladimeno, i malvagi, per la pių parte, hanno talento; forse perchč, dovendo, pōssano quella virtų aquistare che non fu loro donata. Ed egli? Avea sė la gobba sul naso l'ingenii mons della fisiognomėa; ma, in veritā, leggendo, egli stentava a capire. Le poesėe di lui, regalarle ai camini, sarebbe stata superbia. Memoria? da penna d'oca. Tatto crėtico? peggio che peggio; sempre si distaccava da un libro, da una sinfonėa, da un quadro, incerto se e perchč piacčssegli o no. Quanto al discorso poi, mai botte risposte, mai lampi di genio; parlava a lambicco, poco, e anche quel poco sconnesso, segno di roba mal digerita e di pensieri informi.
      E nemmanco avea in costa un marsupio di studi, sia ųtili, sia dilettčvoli, come vuol la corrente č stųpida distinzione. Infatti, che sapeva egli a mųsica?


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





Giacinta