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      Era inebriato d'amore, ma più ancora di sonno "no, io non debbo dormire, io non voglio dormire, non dormirò più mai" diceva a fiore di labbro; e ci rimase, come còlto dall'oppio!
      Lettori miei; conterò intanto una storia.
     
      LA PROVVIDENZA
     
      Oh aveste avuta una mano sul cuore della fanciulla Claudia, quand'ella incontrava là dove la scala potea ancor dirsi scalone, un certo giòvane bruno; e di capegli e di occhi e di baffi, nerìssimo! Tuttavìa, egli non salutava in lei che la figliola del padrone di casa, e salutava senza pure fisarla. Egli era pòvero e bello, ma non si sentiva che povero.
      Chi fosse, udiamo la portinaja: "un giòvane molto gentile chè le chiudeva sempre la porta e accarezzava il bargnau il quale, da circa tre mesi, avea tolto a pigione una stanza nelle soffitte. Precisamente non sovvenìvano il nome, ma quel si vedeva stampato e attaccato su pei cantoni, come maestro di... di... non ricordava di che. Nondimeno, gli affari suoi, quali si fòssero, non dovèano còrrere a olio; nessuno ne avea mai chìesto; ed egli, se spesso usciva con dei fardelli, rientrava sempre a man vuote".
      Alle quali parole, Claudia, volgèvasi in fretta, e, lasciando la portinarìa, saliva nelle sue stanze. Là, presto abbandonava il ricamo per l'ago; l'ago per i fiori di carta, metteva insieme o una rosa turchina o un geranio verde; poi, indispettita anche dei fiori s'andava a sedere nel vano di una finestra con un qualche romanzo. E Lisa Angiolelli, che gliel'avea appostato non appena fìnito, si guadagnava a pazienza il suo spicchio di cielo.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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