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      Grazie! disse ma io... io parto per l'Oceània e, salutando ancora, sparì.
      Al trac della porta che si chiudea dietro di lui, rispose una picca violente nel cuore della ragazza. Ella capì di quale incendio o di quanto avvampasse.
      Partito Guido, sembrò insieme partito dalle labbra di lei, il sorriso. Claudia lasciò le amiche, i libri, le passeggiate; prese a cibarsi a fregucci, a limarsi nell'ànima; e, dalla fresca fanciulla a cera spazzata di un tempo, a cambiarsi in una di viso affilato, smorto, balogio.
      Fu poi, in quel torno, che quello sfasciume di un padre di lei, da un pezzo a sè non più vivo, cessò di morirle. Ciò pòrsele alquanto sollievo, le disfogò quel lago di làgrime, che dalla partenza di Guido le si era al di dentro ammassato; per la ragione stessa per cui, in piena battaglia, un bravo maggiore mio amico, tôcco leggermente nel naso, diede in quegli urli, i quali, una prima e grave ferita in luogo meno eminente, gli provocava. E invano, Pietro cugino, commosso allo struggimento di Claudia, cercò a forza di buffonate di ridonarle allegrìa e di rimètterla in carne. Pena gettata il fare da nano, il travestirsi da cuoco, il travestirsi da balia! non otteneva da lei un sorriso, neanche di sprezzo.
      Ma un dì, il sincerone disse all'afflitta cugina di avere, in una viuzza perduta, incontrato ancor Guido. E Guido, stavolta, non gli avea pur reso il saluto!
      O il mio carìssimo Pietro! sclamò la fanciulla con un sospiro di gioja, disincantàndosi quasi. E a pranzo mangiò due bistecche.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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