Pagina (107/177)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Sua professione... la poveretta di chiesa.
      Toccheggio di un'agonìa. La si raccoglie intorno lo scialle, e ciabatta verso la casa segnata; nè va di certo a dir preci, e non a stènder la mano, e nemmanco a furare; va per nient'altro che per vedere a morire. Ed ecco si alloga al capezzale deserto chè, due volte su tre, noi fuggiamo lui che ne fugge e, sola, aggricchiando e bausciando di voluttà, succhia gli ùltimi strappi, il ràntaco del moribondo. Chè, se non giunge appunto a costui, a furia di giri e rigiri, arriva in qualche stanza vicina, e là si mette in ascolto, ratenendo il respiro. Cacciata poi dalla casa, si pianta alla porta, e a chi esce chiede, ansiosa, importuna, se il pòver'uomo soffre, e quanto e come.
      Il quale vampìro, ogni dì, passava dalle due vecchie, non tanto a vedere se bene, quanto se stàvano male, e s'informava al minuto del batticuore di una, del mancafiato dell'altra.
      Poi, loro contava i decessi di tutto il quartiere.
      Quel poveretto di Tonio! facea con zanzaresca vocina quel tessitore vôlto il cantone, vera calza disfatta, vero spedale ambulante, bluff! jermattina andò via come olio. Quasi non mi accorgevo, io! E neppur lui! Il che proferiva con un riso calcato ed in tuon di rammàrico.
      E quel pòvero Cecco, sapete? Dico il beccajo... Costituzione forte... due spalle che avrèbber portato come niente un cassone, e lei entro, madama; scusi! ma! tutti s'ha da sballare. Dùnque, Cecco, è giù dalle spese anche lui. Il colse quella malatietta di adesso, che attacca come la bocchiròla, e diede in fuori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





Tonio Cecco Cecco