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      E al suono, una ragazza gentile si presenta a una porta e leggera leggera corre a dischiùderne un'altra. Ed ecco un bel giòvane biondo, alto, entrare, e tosto pigliarle con trasporto le palme.
      E il papà? chied'egli di sottovoce.
      Aurora muove la graziosa testina tristissimamente.
      Ma e il dottore, che dice?
      Dice; vi è un solo rimedio; morire -
      Aurora ha nel parlare la più adoràbile erre del mondo. Ma, oè, signore lettrici, non vi sforzate a erreggiare; un rossetto e un bianchetto come Natura dà, nel profumiere non troverete mai.
      I due bei giòvani stanno zitti, mani con mani, sguardo con sguardo.
      Aurora! geme una voce dalla stanza vicina.
      La fanciulla si scuote, scioglie le sue dalle mani di Enrico, che con passione le preme, e accorre a chi chiama.
      Enrico ode la voce dell'ammalato, diventando agra e stizzosa, dire alla figlia che lo si abbandona, che lo si lascia morire, anzi! che lo si desìdera morto... E Aurora, giù a piangere.
      Oh l'egoista! fà il giovanotto fra i denti, e sospira.
     
      II.
      Patria potestas
     
      Per verità, tutti siamo egoisti. La differenza stà solo nei mezzi di soddisfare a tale suìsmo, i quali, chi ha lunga veduta, trova nella beneficenza; non sentendo, vo' dire, felicità seco, fà in modo che quella, ch'egli procura agli altri, lo illùmini di riflesso; chi, breve, crede cavare dal male fomentato in altrui, un lenimento al suo; dal che, tòccano via quelle due razze di uòmini; una, gaja, ridente, che dispicca le rose coltivate da lei; l'altra, immusonita, instizzita, la quale si punge alle ortiche che seminò. Oh il cielo ne guardi, in quest'ùltimo caso, dai vecchi!


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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