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      La gotta costrìngeli su 'n seggiolone? come diàvolo il mondo ha ancor baldanza di mòversi? Perdèttero i denti? màngino tutti la pappa Incendi Roma, ma che si cuoca il lor ovo... E, per disgrazia, il padre di Aurora dico disgrazia e di lei e sua propria apparteneva a costoro.
      Al doppio egoista di una sediòla ad un posto, il signor Pietro Morelli non èrasi maritato, che a procurarsi una serva e un materasso da botte, nè avea messo insieme una figlia se non a preparàrsene un'altra, per quando la prima sarebbe andata fuor d'uso.
      Un tiranno, già, suppone un popol minchione; e il signor Pietro si era ben scelto il suo pòpolo. Imaginate, che la donna di lui di quelle pòvere ànime, prive di volontà o senza il coraggio di averne, ànime nate ad ingloriosi martìri curva sotto al trìplice peso della fatica, della mala salute e della contìnua ingiuria, usava, a sua maggiore querela, il sospiro; poi, stracca, frusta, avea, per la paura di contrariare il marito, aspettato e còlto, a riposar tra quattr'assi, giusto il momento che la figliola giungesse a imbracciare da sola il sopràbito al babbo. E Aurora, ànima anch'essa tìmida e per natura e abitùdine, avea accettata la successione di mamma, tal quale.
      Ma di lì a poco, il signor padre o padrone, preso da un mezzo accidente, perdeva le gambe e l'impiego. Cangiò egli allora di tàttica. Il signor Pietro, adesso, avea bisogno di ajuto, e veramente bisogno, per non èsser più in grado di obbligare gli altri a prestàrgliene; il signor Pietro era vile; credeva, che dell'amor della figlia, sebbene, tra noi, potesse stare al sicuro, ci fosse poco a fidarsi; dùnque, dièdesi a fare la vittima, a piàngere, a lamentarsi.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
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