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      chiese la bella, volgèndosi ad Enrico e innamoratamente guardàndolo.
      Enrico non tènnesi più.
      I love you! fece con entusiasmo.
      La fanciulla arrossò.
      Love? che signìfica love? disse, intorbidàndosi il babbo e strascicando la voce.
      E, a botta risposta, Enrico: mangio
      Il signor Pietro lampeggiò l'uno, poi l'altra, con un'occhiata tale, che, se le occhiate lasciàssero il segno, quella li avrebbe uccisi di colpo. E, la lezione finita ed il Giorgini partito, si die' a carteggiare il "Baretti".
     
      VI.
      Malus homo stultus est
     
      Ma l'indomani dell'amorosa dichiarazione, Enrico anticipò di qualche ora la sua venuta in casa Morelli, cogliendo giusto il momento che la fanciulla era fuori. Quel dì, Enrico, avea un aspetto grave; bùrbero, il signor Pietro.
      Ho da parlarle disse il Giorgini, inchinàndosi al vecchio; e siedette.
      Anch'io oppose costui con un sogghigno di tristìssimo augurio.
      Dica acconsentì il giovanotto.
      No; dica lei ribattè il signor Pietro.
      Dùnque, Enrico, piegossi un po' indietro sulla spalliera della sua sedia, passando la mano alla bocca e accarezzàndosi il mento. Forse, avea apparecchiato un discorso, ma il discorso era ito.
      Il babbo di Aurora lo guatava attendendo.
      Enrico si stancò di cercare:
      Signore disse con risoluto cenno di capo parliamo sgusciato. Io adoro sua figlia, e gliela chiedo per sposa
      Ve', il signor Pietro non mosse pure palpèbra. Ma con calma rispose, calma di temporale però:
      Seppi io jeri, ch'ella faceva la corte a mia figlia; oggi lei sappia, che, quanto a sposarla, nix!


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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