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      E l'edizione, checchè se ne pensi, ha parte nella buona riuscita di un libro, o almeno nella lettura. Infatti, in ogni cosa è la veste che si presenta la prima, e per un libro la veste è la migliore delle commendatizie, come ben sanno i Francesi; dico, di un libro nuovo e di arte, chè gli scienziati ed i vecchi hanno un certo qual privilegio di andar male in arnese e sùdici. Io per me, vi confesso, arrabbio, quand'ho tra le mani un romanzo, sgraziato o pel formato o pei tipi, o quando l'odor della carta, che puzza ancora di cencio, mi fa starnutare su versi dalla fragranza di rosa. Che se poi è illustrato, Dio mio! per quanto mi astragga, per quanto io mi faccia suo attore, tuttavìa, bisogna lo legga con gli occhi; dùnque, bisogna che soffra tanti intrusi ignoranti o maestrùcoli oziosi, che intercalati nel testo tàgliano in due l'idea dello scrittore e la mia, o ròmpono, con un cul-de-lampe stonato, la dolce armonìa di tutto un capìtolo.
      Tornando a noi, cioè a dire ad Alberto, egli non rifiniva a mirare il suo elegante volume e di sopra e di sotto, senz'arrischiarsi ad aprirlo. E il cuore andàvagli a vela; non che pensasse a colei per la quale avea scritto, non che temesse la giornalìstica "eunucomachìa", non sovveniva neppure l'ammattimento trascorso e nel lavoro di testa e in quello di schiena, nè le stracchezze, gli scoramenti, il pianto. Ora, di tutto il suo libro, Alberto non iscorgeva se non la materiale edizione; gli avèssero chiesto che conteneva, avrebbe sorriso intrigato.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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