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      E così?
      chiedo io "dove ho a condurla, signora?" Ella tornò a ringraziarmi, poi: "via Moresca, casa Fabiani". Al che, io, secondo il mio vezzo... pericolosìssimo vezzo... di pensare a voce alta, sono in fil filo di dire "ah?" in casa di quella schiaccialimoni? di quella...? quando lei mi previene, seguendo "donna Gina Fabiani è mia zìa... io mi chiamo Claudia Sàlis..."
      Alberto ebbe un sussulto, gli si sciolse la dòrmia, e dimandò:
      Dùnque?
      Dùnque rispose Fiorelli - mi raccontò che sua zia era all'ùltimo lume. Glielo si avea telegrafato a Firenze, dove, insieme al marito, la signora contessa è da due o tre mesi. Quanto al marito, per il momento impegnato in affari importanti e non suoi, sarebbe giunto il dì dopo... In questa, arriviamo in contrada Moresca. E la bella signora, smontando, nel serrarmi la mano, notò che io le doveva restituire la vìsita. "Guido mi ringrazierà" aggiunse.
      E dùnque? chiese Alberto di nuovo, quasi a sè stesso.
      Dùnque, la mia canzone è finita ribattè Enrico E vuoi saper la morale? Te la dirò sotto voce... ma non rìdere, ve'!... Sono un po'... un po' còlto, hai capito?... Che magnìfica donna!
      Alberto nulla rispose.
      Passàvano presso un caffè.
      Entro a pigliare un sorbetto. Vieni?
      Ma, Alberto:
      Io non piglio sorbetti. Mi fan sognare di morti.
      Questa è col mànico! esclamò Enrico Piglierai altro. Manca roba!... No?... Be', niente; leggerai un giornale, mi farai compagnìa.
      No... no, sono stanco, ho sonno affoltò Alberto, inlunato È la una. Addìo e, prendendo la sdrucciolina, si dilungò da Fiorelli con un passo tale, che sùbito azzoppò la sua risposta di scusa.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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