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      Alberto stà asserragliando la pìccola porta in fondo al giardino della casa del mago. Bàrnaba ne è appena uscito con una carriola vuota.
      Solo!
      E se ne stette, un momento, soggiogato dal peso della sua tanta sciagura; poi, corse alla casa, corrèndogli il sàngue ancor più.
      Ma, di botto, arrestossi. Era alla porta; e, di là, ella attendeva. S'arrestò còlto da raccapriccio, battendo i denti e i ginocchi...
      Si vinse. Con uno slancio, aperse le imposte, precipitossi al didentro. Dal davanzale del vasto camino, un lume, schiarava sul tavolone di marmo una bara, nuda, sìmbol di morte il più odioso. Ma il chiaro non arrivava alla volta. Ombre paurose stendèvansi sulle pareti.
      E Alberto chiese coraggio ad una folla di lumi. La nuova luce lo rinfrancò; la nuova luce e i fiori, ch'essa pingeva all'intorno glìcini e rose pendenti dalle lumiere, appese alle sedie; in ceste; in cestini. E Alberto, afferrato un martello, salì sopra la tàvola.
      Risonò il primo colpo. Udissi un crac nella stanza. Egli rimase col martello sul còfano, non osando vòlgere gli occhi, e neppure di chiùderli. Pareva a lui, fosse entrato qualcuno... Ci volle proprio uno sforzo per obbligar la pupilla a guardare... Niente! E respiro.
      Dùnque, cominciò a tempestare rabbiosìssimi colpi. Tardàvagli di rivederla. Giunto a ficcare in una fessura il martello, diede leva al coperchio. Il quale si distaccò, seco traendo, pei chiodi, un lenzuolo. E Alberto strappollo, e il rovesciò giù dalla tàvola.
      Quasi nel medèsimo tempo, le pareti sconnesse si aprìrono e càddero, cedendo al peso di un corpo, che si allungava e allargava lentissimamente.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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