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      Ogni distrazione dallo scopo essenziale rappresenta un errore.
      Per conquistare il dominio dell'aria, ossia per giungere ad impedire al nemico di volare, è necessario privare il nemico di tutti i mezzi di volo, sia in volo, sia nelle loro basi, sia negli stabilimenti di produzione: dovunque, insomma, possono trovarsi o crearsi.
      Una tale azione distruggitrice non può esplicarsi che nell'aria o nell'interno del paese avversario, perciò non può venire compiuta che da mezzi aerei. I mezzi di guerra terrestri e marittimi non possono concorrere ad una simile opera distruggitrice in alcun modo. Quindi:
      Il dominio dell'aria non può venire conquistato che da una adeguata forza aerea.
      Legando questo assioma al primo corollario più sopra enunciato possiamo trarre la seguente conseguenza di fondamentale portata pratica:
      La Difesa nazionale non può essere assicurata che da una forza aerea atta, in caso di conflitto, a conquistare il dominio dell'ariaQuesta proposizione contrasta completamente colla concezione attuale della Difesa nazionale e porta in primo piano l'importanza delle armi aeree. Ma per negarla è necessario negare il valore del dominio dell'aria.
      Il contrasto con tutto il passato è turbante, ma anche la conquista dello spazio per parte dell'uomo è un fatto che non può non turbare.
      È, come ho già accennato, il completo capovolgimento dei valori di fronte ad un valore nuovo ed impensato. Le forze terrestri e marittime hanno finora dominato, ed il loro dominio era incontrastato: lo spazio era precluso all'uomo.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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