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      Immediatamente sorge il primo principio del suo impiego: l'Armata Aerea deve venire impiegata in massa.
      Questo principio è perfettamente identico a quello che regge la guerra terrestre e quella marittima. L'effetto materiale e morale delle offese aeree - come di qualunque altra offesa - è massimo quando le offese stesse vengono concentrate nello spazio e nel tempo. D'altra parte, mantenendo unita la massa dell'Armata Aerea, rimangono uniti anche i mezzi che questa possiede per aprirsi il varco attraverso le opposizioni aeree nemiche; perciò la si mette nelle migliori condizioni per superarle.
      Il raggio d'azione di un'Armata Aerea dipende dal raggio di azione degli apparecchi che la compongono, ma, poiché tutte le unità dell'Armata Aerea non possono venire dislocate in un solo punto, così il suo raggio d'azione dipende anche dalla dislocazione, o schieramento, delle sue unità e dalla posizione reciproca di tale dislocazione e della linea di confine o di schieramento sulla superficie.
      Il territorio od il mare nemico sul quale può agire in massa l'Armata Aerea si può praticamente delimitare sulla carta, data la dislocazione delle unità dell'Armata Aerea, segnando la linea estrema che può venire raggiunta da tutte le unità della Armata Aerea.
      È evidente che tutti i punti del territorio e del mare nemico contenuti entro tale linea possono venire, colla stessa facilità, raggiunti dalla massa dell'Armata Aerea in poche ore, al massimo in tante ore quante sono le centinaia di chilometri che rappresentano il raggio d'azione dell'Armata Aerea.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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