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      Similmente può darsi che si sviluppino attività aviatorie di diverso genere, sportive, turistiche, ecc., sulle quali l'aviazione militare non ha a che vedere.
      Gli enti aviatori militari debbono sbarazzarsi di tutta questa ibrida bardatura che attualmente grava sulle loro spalle, li rende pesanti e li impaccia nei movimenti. Tali enti si propongono scopi precisi e di una importanza che andrà sempre crescendo: necessita perciò che non vengano distratti da altre cure.
      Come ho detto, lo Stato deve stabilire per lo sviluppo delle attività aviatorie civili non direttamente interessanti la Difesa nazionale uno speciale bilancio. Sul modo di ripartire questo bilancio in favore delle diverse attività, l'Autorità militare non è competente. Occorrerebbe perciò creare una Commissione consultiva di carattere civile, competente a studiare e proporre il miglior impiego del bilancio dell'aviazione civile.
     
     
     
      CAP. XXIV
     
      ORGANIZZAZIONE CENTRALE
     
      Dall'analisi fatta nei capitoli precedenti risulta che l'organizzazione centrale dell'aviazione dovrebbe fondarsi sui seguenti capisaldi:
     
      1. - Stabilire che l'aviazione ausiliaria terrestre e quella marittima facciano parte integrante, rispettivamente, dell'Esercito e della Marina e gravino sui corrispondenti bilanci;
      2. - Fornire l'aviazione indipendente - nucleo della futura Armata Aerea - di un bilancio proprio;
      3. - Fornire l'aviazione civile di un bilancio proprio.
      L' adozione di questi tre primi punti non implica affatto una maggiore spesa per l'aviazione; rappresenta semplicemente l'accettazione di una logica ripartizione di una spesa che, attualmente, viene ripartita in un modo alquanto arbitrario;


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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