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      Ciò non vuol dire affatto che l'A. A. non debba coordinare le sue azioni a quelle dell'Esercito e della Marina in vista dello scopo finale comune, vuol dire semplicemente che tale coordinamento deve venire stabilito dall'autorità che provvede all'impiego di tutte le forze armate della nazione.
      Né vuol dire che in taluni casi l'A. A. non debba direttamente concorrere per agevolare speciali operazioni dell'Esercito o della Marina, analogamente a quanto già si è verificato più volte nei riguardi della Marina rispetto all'Esercito. Evidentemente, in taluni casi, l'autorità superiore che presiede all'impiego di tutte le forze armate della nazione, potrà se lo riterrà conveniente - una volta conquistato il dominio dell'aria - disporre che l'A. A., o la parte di essa a ciò destinata, passi temporaneamente alla dipendenza del comandante terrestre o marittimo interessato, perdendo così la sua indipendenza.
     
     
     * * *

     
      Per riuscire a distruggere i mezzi aerei avversari, bisogna essere idonei a vincere le opposizioni che il nemico presenterà per impedire la distruzione dei suoi mezzi aerei.
      In questa lotta consiste la guerra aerea propriamente detta ed essa si esaurisce.
      Di fatto chi avrà conquistato il dominio dell'aria si troverà di fronte ad un nemico incapace di volare e non vi può essere guerra aerea contro chi è privo di mezzi aerei.
      Tutte le azioni che una A. A. può compiere dopo aver conquistato il dominio dell'aria dovranno necessariamente essere rivolte contro la superficie, avranno una grande, forse una decisiva influenza sull'esito della guerra, ma non si potranno mai, con precisione di linguaggio, classificare come azioni di guerra aerea.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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