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      Ho voluto dimostrare che l'A. A. può anche, una volta conquistato il dominio dell'aria, rispondere ai bisogni dei servizi aerei ausiliari, ma ho fatto tale dimostrazione ad abundantiam perché sono del reciso parere che anche dopo conquistato il dominio dell'aria l'A. A. deve agire indipendentemente e non perdere tempo e disperdere mezzi in azioni di secondaria importanza.
      Conquistato il dominio dell'aria, l'A. A. deve cercare di recare all'avversario offese di una grandezza tale da spezzarne le resistenze materiali e morali. Ora, se pure questa finalità non potrà essere completamente raggiunta, occorre giungere ad affievolire al massimo grado le dette resistenze materiali e morali perché con ciò, meglio che con qualsiasi altro mezzo, si faciliteranno le operazioni del proprio Esercito e della propria Marina.
      Per ottenere tale scopo è necessario non disperdere i propri mezzi, ma tutti utilizzarli col massimo rendimento.
      Ora il massimo rendimento delle offese aeree bisogna cercarlo oltre il campo di battaglia, là dove la reazione è sempre minore e dove si trovano i bersagli più sensibili, più e maggiormente interessanti, sia pure indirettamente, il campo di battaglia. Rende immensamente di più distruggere una stazione, un panificio, una officina producente materiale bellico, mitragliare colonne di camions, treni in marcia, maestranze ecc. che non bombardare o mitragliare trincee. Rende immensamente di più infrangere resistenze morali, dissolvere organismi poco disciplinati, diffondere il panico ed il terrore che non urtarsi contro resistenze materiali più o meno solide.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





Esercito Marina