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      Il generale D'Aspre non durò a lungo nell'inganno, perchè uno spione lo avvertì dell'ardita mossa di Garibaldi, deliberò quindi di assalirlo immediatamente nella sua nuova posizione; l'indomani una colonna di cinquemila Austriaci comandata dallo stesso generale D'Aspre, compariva improvvisamente a Morazzone.
      Garibaldi non si aspettava sì rapida mossa; i suoi, spossati dalle marcie forzate dei giorni precedenti, trascurarono il comandato servizio di vigilanza e di perlustrazioni, sicchè il nemico potè facilmente sorprenderli, e il cannone fu la loro sveglia. Egli ebbe appena il tempo di montare a cavallo e di accorrere alle prime difese; in brevi istanti l'attacco sviluppò in tutta la linea, e i garibaldini, dominata la prima sorpresa, animati dalla voce e dall'esempio del loro capitano, sostennero intrepidamente l'urto nemico e lo arrestarono. Il nemico però non poteva tardare ad avere ragione sul valore: tuttavia a Garibaldi riuscì di protrarre la difesa fino a notte inoltrata; poi, apertasi con la baionetta una via tra i petti nemici, si buttò coi suoi, serrati e minacciosi, nell'aperta campagna, e quivi sciolse la colonna, consigliando i compagni di guadagnare alla spicciolata il confine svizzero.
      Egli dal canto suo li imitò, e travestito da contadino, nascosto ed ospitato dagli amici, protetto dalla sua stella, giunse a sconfinare, presso ponte Fresa, in Svizzera, dove ad Agno in casa Vicari ricevette calda ed affettuosa ospitalità.
      Anche a Medici era toccata la stessa sorte.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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