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      Nel 1853 Garibaldi prendeva il comando del "Commonwealth" - un tre alberi destinato ai carichi di carbone dall'Inghilterra per l'Italia; arrivato a Genova, lasciava il comando e si recava a Nizza per portare un saluto almeno, sulla tomba della sua santa madre e per restare qualche tempo presso i suoi figli, Menotti, Teresita e Ricciotti.
      Vi rimase immolestato l'anno 1854: quindi con altro piccolo bastimento detto "L'Esploratore" si mise a fare la navigazione del piccolo cabotaggio.
      In uno di questi viaggi, colto da grosso fortunale nelle bocche di Bonifacio(44) dovette cercare rifugio nel porto della Maddalena, e dimorandovi alcuni giorni, per la prima volta gli baleṇ l'idea di comprare una parte dell'Isola di Caprera.
      Aveva riscossi alcuni residui dei suoi stipendi di Montevideo; nei suoi viaggi marittimi aveva messo da parte qualche cosa; dall'eredità del fratello Felice aveva raccolto una sommetta; onde gli parve venuto il momento d'impiegare i suoi modesti capitali e decise di comprare dal Demanio Sardo i lotti dell'Isola che erano vendibili e di fissarvi la sua dimora.
     
      Lungo, lento, doloroso decennio quello dal "49 al 59!" Ma pur meraviglioso di contrasti e di conciliazioni; di forze latenti che si preparavano; di aperte riscosse che si tentavano; di passioni ardenti che spingevano a sagrifizi; di martiri che inaffiarono di sangue l'Idea:
      Vittorio Emanuele, Mazzini, Cavour, Garibaldi, Pallavicini ed altri grandi patriotti non dimenticavano che l'Italia viveva in catene, e si preparavano.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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