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      Alle 8 di sera le truppe francesi entrarono a Magenta. Gli austriaci vi perdettero due bandiere, quattro cannoni e circa quindicimila uomini fra morti, feriti e prigionieri.
      La vittoria di Magenta ebbe per immediata conseguenza non solo la sollevazione di Milano e di tutta la Lombardia, ma pur quella dei Ducati e delle legazioni pontificie.
      Il giorno 8 di giugno, dopo un accanito combattimento di tre ore i francesi sloggiarono gli austriaci, comandati dal Principe di Sassonia ed occuparono Melegnano.
      Il giorno 10 gli austriaci sgombrando Lodi batterono in piena ritirata sulla sinistra dell'Oglio.
      Il giorno 16 occupate forti posizioni dietro il Chiese attesero di pič fermo gli alleati. Lonato e Castiglione furono i due punti salienti sui quali la linea spiegņ la sua azione.
      L'imperatore Napoleone e Vittorio Emanuele conosciuta la ritirata dei nemici nell'interno del quadrilatero ordinavano il passaggio del Chiese e l'occupazione delle ultime colline che tra questo fiume e il Mincio rannodano la grande catena delle Alpi alla pianura Lombarda.
      Il giorno 23 al Maresciallo Mac-Mahon venne ordinato di fare ricognizioni generali tra il fronte dell'esercito e il Mincio.
      Intanto all'imperatore Francesco Giuseppe giunsero grandi rinforzi: cambia, perciņ, tattica e risolve di prendere l'offensiva. Divise le sue forze in due grossi corpi di armata, il 23 passava il Mincio sopra 11 ponti gettati fra Peschiera e Goito, spingendo avanti forti ricognizioni, onde conoscere al giusto le posizioni degli alleati.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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