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      Come alle istruzioni avute la mattina dell'8 Bixio riusciva ad occupare la posizione che minacciava la sinistra nemica; gli austriaci aprivano un fuoco vivissimo colle eccellenti loro carabine, alle quali solo i carabinieri potevano rispondere. Nonostante Bixio si mantenne nella posizione finchè non ebbe ordine di ritirarsi.
      Il nemico prevedendo un attacco aveva chiesto ed ottenuto rinforzi, tanto che in quelle formidabili posizioni vi aveva concentrato settemila uomini delle migliori truppe oltre un numero di volontari tirolesi con eccellenti carabine; per questo fatto la sorpresa di sinistra non potè riuscire perchè il Bosisio trovava già solidamente occupate le alture di Pedenollo. Del resto quello dell'8 fu un combattimento inutile, perchè in quel giorno era stato segnato l'armistizio.
     
      Difatti dopo le vittorie di Solferino e di S. Martino l'imperatore Napoleone mandava all'imperatore d'Austria una proposta di armistizio. Il giorno 8 di luglio in seguito ad una conferenza dei commissari incaricati venivano regolate le condizioni dell'armistizio stesso.
      Secondo questa convenzione la ripresa delle ostilità era fissata per il 16 di agosto.
      Ma l'armistizio nel pensiero di Napoleone segnava il preludio della pace; e a tal fine mandava a chiedere un convegno all'imperatore d'Austria che lo accordava.
      Il giorno 11 i due imperatori ebbero una conferenza a Villafranca, nella quale furono fissate le basi del trattato di pace, a concludere il quale fu incaricato il principe Girolamo Bonaparte.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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