Pagina (201/508)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Al suono delle campane fu pronto il Riso ad uscire dal Convento, e furono pronte altre squadre per sostenerlo. Ma sopraffatti dalle soldatesche borboniche che sbucavano da ogni parte, furono ben presto accerchiati e risospinti nel Convento, ove i prodi difensori venderono cara la loro vita; assieme coi trucidati caddero da eroi il Riso ed il Padre Angelo di Monte Maggiore.
      Anche le bande armate, che secondo gli accordi da ogni parte si erano accostate ai sobborghi ed alle porte della cittą, dovettero ritirarsi ai monti non essendo pił sostenute dalla insurrezione interna; ma la rivolta non era vinta perchč le squadre non si sgomentarono e non si sciolsero, ma si mantennero nelle alture resistendo agli attacchi.
      Al generale Garibaldi furono resi noti questi fatti; ma in seguito le notizie giungevano troppo incerte: quali dicevano che anche gli insorti delle campagne erano stati domati; quali invece affermavano che essi mantenevano coraggiosamente vivo il fuoco dell'insurrezione, dando filo da torcere alle truppe borboniche.
      Bisognava accertarsi(69) del vero stato delle cose dell'Isola, e Rosolino Pilo e Corrao, cari patrioti siciliani, si presero l'impegno di sfidare il pericolo di recarsi in Sicilia per abboccarsi cogli insorti, infondere in essi nuova lena per la resistenza e mandare informazioni. A tale uopo Garibaldi consegnava loro una lettera con caldo appello ai patrioti siciliani.
     
     
     *

      * *
     
      Intanto anche Nicola Fabrizi, grande patriota, mandava da Malta a Crispi non liete novelle sull'insurrezione siciliana.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





Riso Convento Convento Riso Padre Angelo Monte Maggiore Garibaldi Isola Rosolino Pilo Corrao Sicilia Garibaldi Nicola Fabrizi Malta Crispi