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      La nave che si supponeva nemica intanto si avanzava sempre più, il che rendeva impossibile ogni sforzo per non essere raggiunti. Bixio, raccomandando il silenzio, tutto dispose per l'arrembaggio e per una pronta ed energica azione pregando Elia di prendere egli stesso il timone per meglio dirigere l'abbordaggio. Era il vapore giunto a breve distanza, quando il suono della campana colla quale il generale Garibaldi era uso comandare le manovre del naviglio, ed al quale Elia si era abituato nei passati giorni di continua sorveglianza, venne a colpire le sue orecchie. Lasciò Elia subito il timone ad un marinaio corse sul ponte di guardia per avvisare Bixio che il vapore che faceva forza di macchina per raggiungere il "Lombardo" era il "Piemonte", e tale fu la convinzione che Elia mise in questa asserzione, e tanta era la fiducia che Bixio aveva nel suo secondo, che ordinò alla macchina di fermare per attendere l'arrivo del generale; e difatti poco appresso la voce di Garibaldi si faceva sentire nelle tenebre, ordinando di dirigere su Marsala!
      Verso le nove del mattino il "Piemonte" ed il "Lombardo" erano in prossimità di Marsala, quando dalla punta di Mazzara si scoprirono tre legni da guerra borbonici, che si avanzavano rapidamente per tagliare il cammino alla spedizione ed impedirle l'arrivo in quel porto. A costo di far saltare le caldaie bisognava fare sforzi di macchina supremi, per arrivare primi; ed a ciò si riuscì. Il "Piemonte" arrivato avanti il "Lombardo" sia perchè pescava meno, sia perchè potè rasentare più il molo, passò liberamente e si accostò al molo stesso, al riparo dell'antimurale del porto.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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