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      Si doveva simulare un attacco sul fronte di Capua, per attirarvi le forze borboniche ed impedire alle medesime di portare soccorso alla loro sinistra dove dovevano operare le colonne di Csudafii e di Cattabeni; dava ad ognuno dei comandanti di brigata verbali istruzioni, determinando ad ognuno la parte che doveva prendervi; raccomandava infine ai comandanti di non esporre le truppe oltre il limite richiesto dallo scopo cui tendeva l'azione, cioč la simulazione di un attacco.
      Ordinava quindi che l'azione dovesse effettuarsi nelle prime ore del giorno seguente, 19 settembre.
      In seguito a tale ordine i colonnelli brigadieri Spangaro, Puppi e di Giorgis si mossero sul fare del giorno del 19 al simulato attacco di Capua.
      L'attacco contro il fronte di questa fortezza fu sostenuto con grande valore; colla punta della baionetta furono snidati i borbonici che occupavano due cascine sulla strada conducente agli approcci del forte e quelli appostati fra l'argine della ferrovia e la strada postale.
      I bersaglieri milanesi, comandati dal capitano Pedotti, compirono atti di grande valore; il capitano, cacciatosi coi suoi fra le fitte schiere nemiche, corse pericolo di essere soprafatto; vi fu un momento in cui fu creduto perduto, ma il destino lo volle conservato alla patria.
      La mitraglia, senza interruzione vomitata dai bastioni e dai(85) forti di Capua, cagionava perdite enormi; lo stesso brigadiere Puppi, mentre con temerario ardimento si esponeva alla testa dei suoi, cadeva mortalmente ferito.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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