Pagina (292/508)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Questo popolo č padrone di sč. Egli vuole essere fratello degli altri popoli, ma guardare i protervi con la fronte alta; non rampicarsi mendicando la sua libertą; egli non vuole essere a rimorchio di uomini a cuore di fango, no! no! no!
      La provvidenza fece dono all'Italia di Vittorio Emanuele. Ogni cuore italiano deve rannodarsi a Lui, serrarsi intorno a Lui. Accanto al Re Galantuomo ogni gara deve sparire, ogni rancore dissiparsi!
      Anche una volta io vi ripeto il mio grido - all'armi tutti! tutti! - Se marzo del 1861 non trova un milione d'italiani armati, povera libertą, povera vita italiana! Oh! no: lungi da me un pensiero che mi ripugna, come un veleno. Il marzo del 1861, e se fa bisogno, il febbraio, ci troverą tutti al nostro posto.
      Italiani di Calatafimi, di Palermo, del Volturno, di Ancona, di Castelfidardo, d'Isernia, e con noi ogni uomo di questa terra non codardo non servile; tutti, tutti serrati intorno al glorioso soldato di Palestro, daranno l'ultimo colpo alle crollanti tirannide!
      Accogliete giovani volontari, resto onorato di dieci battaglie, una parola d'addio! Io ve la mando commosso d'affetto dal profondo della mia anima. Oggi io devo ritirarmi, ma per pochi giorni. L'ora della pugna mi troverą con voi ancora accanto ai soldati della libertą italiana.
      Che ritornino alle loro case quelli soltanto chiamati da doveri imperiosi di famiglia, e coloro che gloriosamente mutilati, hanno meritato la gratitudine della patria. Essi la serviranno nei loro focolari coi consigli e coll'aspetto delle nobili cicatrici che decorano la maschia figura di vent'anni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





Italia Vittorio Emanuele Re Galantuomo Calatafimi Palermo Volturno Ancona Castelfidardo Isernia Palestro