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      Nel fatto mostrarono valore e sangue freddo il tenente colonnello Bruzzesi e il maggiore Mosto; si comportò da valoroso il sottotenente Coralizzi che veniva decorato al valore militare.
      A mezzanotte dal 8 al 9 la brigata Corte si mise in marcia per i monti del Tirolo; giunta sull'erta del Monte Poino vi fece l'alto e furono prese disposizioni per il combattimento.
      Il 3° reggimento fu mandato in ricognizione verso Storo, ove si sapeva accampato un corpo austriaco forte di 4000 uomini.
      Sull'albeggiare del giorno 9 una colonna di 2000 austriaci con artiglieria si mosse contro i nostri attraverso la via che mena a Rocca d'Anfo.
      Queste mosse vennero segnalate a Garibaldi che montato tosto in carozza arrivò fra le file dei volontari; egli stesso li dispose pel combattimento mettendoli in avanzata, ben fiancheggiati e protetti dal cannone; giunti i garibaldini a contatto col nemico il generale ordinava senz'altro la carica alla baionetta che eseguita brillantemente sbarragliava e travolgeva a precipitosa(118) fuga, gli austriaci, inseguiti dai nostri fin sotto ad Arzo.
      Il giorno 10 gli austriaci vollero prendere la rivincita, ma anche questa volta furono bravamente respinti e, costretti ad abbandonare Arzo si ritirarono su Storo.
      Si procedeva allora dal generale Garibaldi all'espugnazione del forte d'Ampola.
      La notte del 18 con ardimento rarissimo un battaglione del 9° reggimento, comandato da Menotti Garibaldi, dopo avere marciato più ore in silenzio e con ogni sorta di cautele occupava Monte Burelli e Monte Giove.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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