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      Alle 5 pomeridiane attaccati rabbiosamente, i Turchi interrompono la loro marcia in avanti, si fermano, balenano, si disordinano e infine volgono in precipitosa ritirata. Un grido si leva altissimo dalla Legione Filellenica:
      Viva i garibaldini! Viva l'Italia!" Ben altro ci rimaneva da fare.
      Bisognava sloggiare i Turchi che si erano trincerati in un altura detta della Madonna. Montai a cavallo; pregai il valoroso capitano Varatassis, comandante la(196) Legione Filellenica, rimasta in poco pił di cento, e il capitano greco Stifiliades che era venuto a mettere a mia disposizione una compagnia di truppe regolari, di appoggiare la mia destra, e sostenuti alla sinistra dal 3° battaglione greco comandato da bravi ufficiali e diretto dal valoroso compagno Ramos, ordinai un attacco generale alla baionetta. Tutti con slancio ammirevole si avventarono ansanti sull'erta posizione nemica, ma i Turchi non aspettarono l'ardito e furioso assalto, abbandonarono la posizione e si diedero alla fuga.
      Il sole era tramontato - le fucilate erano cessate - ed anche l'artiglieria taceva - ormai non vi era da fare altro che ritornare ai villaggi per pernottarvi.
      Le trombe suonarono a raccolta e da tutte le parti venivano gruppi di camicie rosse gridando evviva - ebbri tutti di un immenso entusiasmo.
      La prova era superata e splendidamente superata.
      La camicia rossa aveva scritto un'altra pagina non indegna di figurare accanto alle altre gloriose; e l'Italia nostra poteva andare superba di questa nuova generazione dei suoi figli.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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