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      Nel 1847 il socialismo era perciò un movimento della classe media15, mentre il comunismo un movimento della classe operaia. Il socialismo era, almeno nel Continente, "rispettabile"; il comunismo era l'esatto opposto. E poiché il nostro punto di vista, sin dall'inizio, era che "l'emancipazione della classe operaia deve essere un atto della classe operaia stessa", non ci poteva essere alcun dubbio su quale dei due nomi dovevamo assumere. Oltre a ciò, da allora ci siamo ben guardati dal ripudiarlo.
      Sebbene il Manifesto sia un nostro comune prodotto, ci tengo a dichiarare che l'idea fondamentale, che forma il suo nucleo, appartiene a Marx. L'idea è che in ogni epoca storica il modo prevalente di produzione e scambio economici, e l'organizzazione sociale che necessariamente ne scaturisce, forma la base su cui viene edificata, e da cui soltanto può essere spiegata, la storia politica e intellettuale di quell'epoca; che di conseguenza l'intera storia dell'umanità (dalla dissoluzione della società tribale primitiva, caratterizzata dal possesso comune delle terre) è stata una storia di lotte di classe, di conflitti tra classi sfruttatrici e sfruttate, dominanti e oppresse; che la storia di tali lotte di classe forma una serie evolutiva in cui, al giorno d'oggi, si è raggiunto uno stadio dove la classe sfruttata e oppressa - il proletariato - non può conseguire la propria emancipazione dal dominio della classe sfruttatrice e dominante - la borghesia - senza, allo stesso tempo, e una volta per tutte, emancipare la società nel suo insieme da qualsiasi sfruttamento, oppressione, distinzioni di classe e lotte di classe.


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Il Manifesto del Partito Comunista
di Karl Marx e Friedrich Engels
pagine 77

   





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