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      Le formulazioni teoriche dei comunisti non riposano affatto su idee, su princìpi scoperti da questo o quel riformatore del mondo.
      Essi sono solo l'espressione generale di rapporti effettivi di una lotta di classe che esiste, di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi. L'eliminazione di rapporti di proprietà finora vigenti non è qualcosa di specificamente comunista.
      Tutti i rapporti di proprietà sono stati soggetti nel corso della storia a un cambiamento continuo.
      Ad esempio, la Rivoluzione francese abolì la proprietà feudale a vantaggio di quella borghese.
      Ciò che distingue il comunismo non è l'eliminazione della proprietà in quanto tale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.
      Ma la moderna proprietà privata borghese è l'ultima e più compiuta espressione della creazione e dell'appropriazione dei prodotti fondata su contrapposizioni di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri23.
      In tal senso i comunisti possono riassumere la loro teoria in questa singola espressione: abolizione della proprietà privata.
      Si è rimproverato a noi comunisti di voler abolire la proprietà personale, ottenuta con il proprio lavoro; la proprietà che costituirebbe la base di ogni libertà, attività e indipendenza personale.
      Proprietà guadagnata con il proprio lavoro! Parlate della proprietà piccolo-borghese, piccolo-contadina, che ha preceduto la proprietà borghese? Non abbiamo bisogno di abolirla, è lo sviluppo dell'industria che l'ha abolita e l'abolisce giorno per giorno.


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Il Manifesto del Partito Comunista
di Karl Marx e Friedrich Engels
pagine 77

   





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