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      Altri pensano che possa esservi un lauto banchetto senza donne; però una cosa è certa, che senza un pizzico di follia non può esservi banchetto ben riuscito. A tal punto che, se non c'è già qualcuno capace di far ridere con la sua follia, autentica o simulata, si chiama un buffone a pagamento, o un allegro parassita, che, con le sue comiche, ossia folli battute, dissipi il silenzio e la noia del simposio. A che scopo infatti riempirsi il ventre di tanti dolciumi, leccornie e ghiottonerie, se anche gli occhi, le orecchie e l'anima intera, non si nutrissero di risa, di scherzi, di facezie? ma cibi del genere posso ammannirli solo io. D'altra parte anche quei riti conviviali, come sorteggiare il re del convito, giocare ai dadi, invitare al brindisi, gareggiare intorno ad un tavolo a cantare e bere a turno, passarsi il mirto cantando, ballare, far pantomime, non sono stati inventati dai sette sapienti della Grecia ma da me, per la felicità dell'umana specie.
     
      Tutte le cose di questo genere hanno un tratto comune: che quanto più partecipano della follia tanto più rallegrano la vita dei mortali, che, se fosse triste, neanche meriterebbe di essere chiamata vita. E triste risulterà senz'altro, se non le toglierai di dosso l'innato tedio con questo tipo di divertimenti.
     
      19. Forse taluni trascureranno anche questo genere di piacere e saranno paghi dell'amore e della familiarità degli amici, affermando che l'amicizia vale più di tutto: l'amicizia, un bene non meno necessario dell'aria, del fuoco, dell'acqua; tanto soave che se togli l'amicizia togli il sole; infine tanto nobile - ammesso che la cosa ci riguardi - che gli stessi filosofi non esitano a ricordarla fra i beni fondamentali.


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Elogio della Follia
di Erasmo da Rotterdam (Erasmus Roterodamus)
pagine 124

   





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