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      E dire che non hanno neppure tutti i sensi. Come potrebbe un architetto realizzare qualcosa di simile alle loro costruzioni? quale filosofo mai fondò una Repubblica come la loro? Il cavallo, invece, poiché è simile all'uomo dal punto di vista dei sensi ed è diventato suo compagno, è anche partecipe delle umane calamità. Non di rado, vergognandosi di perdere in gara, si sfianca nella corsa; in guerra, assetato di vittoria, viene colpito e morde la polvere insieme al cavaliere. Per non parlare del morso, degli sproni aguzzi, della stalla dove è quasi prigioniero, del frustino, del bastone, delle redini, del cavaliere, per dirla in breve, di tutta la tragica schiavitù a cui si è votato spontaneamente nel tentativo di vendicarsi a ogni costo del nemico emulando gli eroi. Quanto più invidiabile la condizione delle mosche e degli uccellini, che vivono alla giornata obbedendo solo al naturale istinto, sempre che lo consentano le insidie degli uomini! Gli uccelli, infatti, chiusi in gabbia e ammaestrati a imitare la voce umana, quanto si allontanano dal primitivo splendore! A tal segno, sotto tutti i rispetti, il prodotto di natura è migliore di quello che l'arte ha adulterato.
     
      Perciò non loderò mai abbastanza il gallo in cui si reincarnò Pitagora che, essendo stato tutto, filosofo, uomo, donna, re, principe, privato cittadino, pesce, cavallo, rana e, credo, anche spugna, nessun animale, tuttavia, giudicò più disgraziato dell'uomo, perché, mentre tutti gli altri sono contenti dei loro limiti naturali, soltanto l'uomo tenta di oltrepassare i confini della sua condizione.


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Elogio della Follia
di Erasmo da Rotterdam (Erasmus Roterodamus)
pagine 124

   





Repubblica Pitagora