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      Non potrebbero essere spiriti caduti dal cielo anzichè saliti dalla terra? Questo solo dubbio basta a guastare tutta la poesia.
      “Ci vien detto che gli spiriti tutti quanti dichiarano con solennità di linguaggio di essere gli spiriti dei defunti. A spiritisti dei quali conosciamo il carattere e la vita prestiamo fede quando ci dicono di aver ricevute quelle dichiarazioni. Alle dichiarazioni stesse degli spiriti non prestiam fede alcuna. Possono essi tutto sapere di noi nulla noi di loro: per quanto sieno solenni le loro dichiarazioni non possono essere accolte senza diffidenza. Indipendentemente dall’autorità della sacra Scrittura la quale ci avverte che Satana stesso si trasforma talvolta in angelo di luce troppe ragioni di diffidare si rinvengono nelle molte mistificazioni lamentate dagli spiritisti stessi”.
      Nel congresso dei vescovi evangelici tenuto in Inghilterra nell’anno 1881 i discorsi tenuti consuonano col suddetto e finiscono col riconoscere i fenomeni prodotti per l’intervento diabolico. Tutto questo pochi mesi or sono ora il diavolo è scartato e si ricorre ad interrogare la povera scienza e farle dire anche quello che non ha detto.
      Prima di tutto dal complesso dello scentifico discorso non risulta mai la parola io ho provato. Ora chi non prova non può avere il diritto di dire io so io posso smentire un fatto che un altro afferma di avere osservato. Quando si dice io so come succede costui dev’essere in grado di mostrare l’esperimento e di ripeterlo in tutte le sue particolarità. Le chiacchiere hanno un valore relativo e poco scentifico.


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Lo Spiritismo
di Gino Fanciullacci
Cellini Firenze
1884 pagine 37

   





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