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      Lo spiritismo lunge d’incatenare il pensiero al carro del dogma vuole la sua libertà l’amore fra gli uomini il trionfo della ragione; esso afferma che i progressi dell’intelligenza umana senza alcuna distinzione nè eccezione sono il frutto delle fatiche dei sudori dei lavori dell’umanità intera. Forte contro il caos delle opinioni nasconde il focolare dell’unità sostituisce al motto cristiano che un giorno i primi sarebbero gli ultimi e gli ultimi i primi quello che tutti saremo eguali.
      Nel grandioso dramma dell’umanità si apprese quanto ha potuto l’amore e la morte l’amore con i suoi entusiasmi la morte con i suoi terrori; l’uno eterno canto dei poeti l’altra severa maestra di filosofi. Il dilemma dell’essere o non essere sta per comprendersi; ci arresteremo noi sul cammino? Ascoltammo le voci dei profeti che si lamentavano sulla città incenerita; la parola del Nazzareno pronunziata sui laghi di Galilea; ma questi non dissero tutto che l’umanità tante cose apprese nel succedersi delle generazioni per il corso di diciotto secoli.
      Con le grandi scoperte l’umanità ha rimpiccolito la terra ma ingrandito il cielo; ha misurate e pesate le stelle ha decomposto la luce ha divinato che in quelle solitudini dove tutto appare in riposo in quei punti che luccicano sopra un fondo nero regni la vita con delle umanità che non a torto vennero chiamate sorelle. Ha presagito che nulla muore ma tutto si trasforma; l’età succede all’età e non altro concetto nascosero gli avi nel fondo delle loro tombe.


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Lo Spiritismo
di Gino Fanciullacci
Cellini Firenze
1884 pagine 37

   





Nazzareno Galilea