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      Ma poichè siamo a dire della famiglia d'Archimede e dei suoi ascendenti, non vogliamo passare del tutto sotto silenzio due altre asserzioni risguardanti i suoi discendenti, per quanto strane le abbiamo giudicate fin dal primo momento che in esse c'incontrammo. Davide Rivault, che curò una edizione delle opere del sommo matematico, nella biografia premessavi, afferma essergli stato riferito da un eruditissimo greco, il quale dalla lingua ellenica aveva tradotto nella latina le vite delle sante e dei santi siciliani, che in quelle fonti è narrato, essere la vergine e martire Siracusana Santa Lucia discesa dalla stirpe d'Archimede; ma più strano ancora è che, dedicando l'autore l'edizione a Re Luigi XIII, ed avendo per certo fine cortigianesco voluto mettere in evidenza che il padre di lui era nato proprio nel giorno sacro a Santa Lucia, altri abbia così malamente interpretato il passo latino da far dire al Rivault ciò che mai eragli passato per il capo, cioè che la stirpe reale di Francia discendeva da quella di Santa Lucia, e quindi aveva nelle sue vene qualche stilla del sangue d'Archimede.
      Poichè così poco ci è noto circa le origini del nostro matematico, non si dovrà attendere che positive notizie ci siano state tramandate intorno ai primi suoi anni ed all'avviamento ch'egli ricevette alle scienze. Se, come apparisce ormai indubitato, egli fu figlio di Fidia astronomo, è credibile che dal padre istesso gli sia stato istillato l'amore a quegli studii, ai quali però, per giungere, com'egli fece, a tanta altezza, dovette essere già dalla natura dotato di eccezionali disposizioni.


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Archimede
di Antonio Favaro
Formiggini Editore Roma
1923 pagine 63

   





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