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      Pure Bacone non sospettava che tale fatto fosse la più grave delle contraddizioni, non sospettava che quella metafisica da lui spregiata non avesse la sua ragione d'essere se non negli sforzi de' filosofi per sottrarsi a tale contraddizione.Non giungendo a discernere la contraddizione critica dalla positiva, non valse a difendere la sua propria rivelazione contro i metafisici, i quali ben valevano ad intendere la contraddizione della materia formata e attiva, vale a dire determinata e indeterminata, immobile e mobile, figurata e senza figura, estesa ed inestesa. Quanto Bacone era superiore ai metafisici proclamando il regno dell'apparenza, altrettanto era loro inferiore ignorando le antinomie dell'apparenza; la metafisica non poteva soffermarsi dinanzi alle pretensioni d'un novatore inconscio della propria forza; l'insegnamento di Bacone, riservato a' fisici, si trovò differito il diritto d'insegnare appartenne ancora agli uomini che conoscevano le contraddizioni della materia.
      Quando Descartes cercò l'equazione dell'universo, non mancò di accusare d'inconsistenza la materia; e poichè dopo Telesio, dopo Gassendi, dopo i progressi della fisica, l'antinomia presentavasi sempre più forte. Descartes egli rinnovò l'atomismo; egli che prendeva per primo ed unico dato il pensiero, poi l'essere, Dio, lo spirito, come poteva dedurre dal proprio principio l'atomo esteso, mobile, poi il corpo e l'azione e la reazione degli esseri corporei? L'atomismo di Descartes rimase qual episodio staccato dal sistema, in contraddizione col principio cartesiano; quest'episodio fondavasi sopra un'ipotesi in cui la materia diveniva eguale allo spazio, e mobile per servire di punto di partenza ad una nuova serie d'equazioni naturali affatto estranee alle equazioni del pensiero, le quali si fermavano neI mondo dello spirito.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





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