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      Ma chi ci obbliga a riferirle alla sensazione? chi ci astringe ad ottare tra l'idea innata e l'idea sensibile? Č la psicologia di Descartes e di Locke, non la rivelazione: fuori del pensiero hannovi le cose, e nelle cose gli individui e i generi: le idee possono forse esserci trasmesse dalla natura? Questo č il problema. Nella natura hannovi il tempo, lo spazio, l'essere e tutti i generi che cattivano il pensiero; perchč non ci fornirebbero le idee correlative di tempo, di spazio, di essere, nella stessa guisa che ci forniscono la idea dell'uomo? L'universalitā e la necessitā di certe idee non sono in noi, non sono nel nostro pensiero, sono nei generi, da cui ci vengono imposte: la mia idea del tempo, non č necessaria, nč universale; la mia idea dello spazio alla sua volta non č universale, nč necessaria; le due idee nascono con me, periscono con me, turbansi ne' miei sogni, si dileguano nel mio sonno. L'universalitā e la necessitā appartengono al tempo ed allo spazio, all'essere, senza che si possa dire il come, nč il perchč; solo sappiamo che tutta la natura rivelasi contenuta nei primi generi, appare nel tempo, nello spazio; appare subordinata al genere primo dell'essere. Raddoppiandosi nel pensiero, la natura vi si trasporta quale appare; i suoi oggetti divengono percezioni, i suoi individui sensazioni, i suoi generi idee; e la necessitā e l'universalitā dei generi primitivi si riproduce in noi. Se puō affermarsi che alcune idee sono innate, non č per essere queste necessarie ed universali, chč allora tutta la matematica sarebbe innata, i suoi teoremi dichiarandosi necessari ed universali.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Descartes Locke