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      Infine, nell'ultima fase ci togliamo alla contraddizione con una congettura, con un dato nuovo; l'errore vien confinato in un punto dello spazio o del nostro proprio pensiero; la torre è tonda vista da lungi, quadrata vista da vicino; la contraddizione scompare, il meccanismo trionfa, la verità vien conquistata. Nessuna apparenza fu distrutta; l'ordine solo ha variato, perchè tutti gli elementi dell'errore erano veri senza costituire la verità.
      La cosa è patente: la rivelazione imponsi a noi, essa è la verità, il nostro spirito la sviluppa, l'errore s'insinua nel nostro pensiero; la rivelazione si estende, e la contraddizione ci avvisa del nostro errore: da ultimo, la rivelazione si estende di nuovo, e l'errore vien surrogato dalla verità. Così la terra appare immobile, e lo è realmente per noi; il sole si leva, e crediamo al moto del sole intorno alla terra; c'inganniamo. La natura, aggrandita dalla scienza, rende dubbio il moto del sole nelle scuole dell'antichità; havvi contraddizione: da ultimo, le scoperte dell'astronomia moderna confinano l'apparenza del moto solare nella visione, e pongono il sole nel centro del nostro sistema planetario; siam giunti al vero. Il movimento dell'errore dipende tutto dalla rivelazione; non siamo mai liberi di non ingannarci; tutti siamo necessariamente figli della nostra patria, del nostro incivilimento, dell'epoca in cui viviamo; tanto era inevitabile nel medio-evo l'errore dell'astrologia, quanto lo è in oggi il vero dell'astronomia.
      Il cambiamento, l'alterazione, ecco la prima causa de' nostri errori; non accusiamo la rivelazione; essa è essenzialmente vera; non accusiamo le nostre facoltà, sono tutte infallibili quanto la rivelazione; accusiamo solo il variare degli oggetti.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693