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      Non si emenda, non si sopprime un pensiero senza sostituirgli altro pensiero; un sistema erroneo non viene distrutto se non da un altro sistema. La società resta dunque sempre sistematica, nella comunanza sistematica delle sue idee; e il primo sistema che l'ha congregata la conduce fatalmente a tutti i sistemi successivi, senza che trovisi mai interrotta la catena che la trae di dogma in dogma.
      La serie dei sistemi sarà progressiva? Sarà regressiva? Il suo svolgersi è illimitato nel bene e nel male, nel progresso e nel regresso; a priori non havvi soluzione: pure, se il mondo rimane qual'è, se la rivelazione attuale perdura, se dobbiamo accettare il convincimento istintivo che ci fa supporre il suo perdurare colle materie, colle vegetazioni, che vediamo, il progresso intellettuale d'ogni popolo può rappresentarsi con una serie indefinita di sistemi, sempre più vasti l'uno dell'altro, ed il cui ultimo termine sarebbe il momento desiderato dalla riflessione, che abbraccerebbe l'universo incatenandolo alle sue inalterabili astrazioni.
      L'associazione universale del genere umano trovasi in germe in ogni società: ogni villaggio isolato la contiene in potenza, ogni nostro atto vi ci avvia. Non passa giorno che non s'aggiungano scoperte alle scoperte, invenzioni alle invenzioni; la terra si esplora, la popolazione si moltiplica, tende a conservare i beni acquistati, tende ad aumentarli con nuovi beni: e il moltiplicarsi della specie, congiunto al progresso dell'intelligenza, vuol tutta la terra sottomessa a una sola associazione, dovesse anche un popolo solo, come i Romani, trionfare di tutti, considerando le nazioni straniere che incontra nel suo corso quali strumenti animati dell'opera sua.


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Filosofia della rivoluzione
di Giuseppe Ferrari
1851 pagine 693

   





Romani